nell'eco del vento
Troppo agitate le onde del mare
randagio struscia spiagge e lidi
livido di rabbia e blu di dolore
all’idea di non poter sorseggiare il sole
offuscati da ferite di luce
i nembi offesi dai lampi
nel loro traghettare da cielo a terra
schioccano le dita delle stelle
il ritmo lento di cupi suoni
sorde le campanule ai tuoni
raccolgono il lamento dei monsoni
non si placa il lamento del mondo
falso il candore della spuma
nel freddo l’abbraccio al faro
e l’orizzonte scompare in cerca del suo dio
© Freawaru
Frinisce il blu nel suo cantico notturno
vibrano le frecce dei lampi tra i nembi
il mare ruggisce la sua rabbia
impietoso ingoia legni e vita
e la pioggia percuote la pelle della terra.
Oltre il confine di sguardi in apprensione
al di là di marosi e inquiete nuvole
imperturbabili pulsano le stelle
che d’acqua, saette e vento
sono spettatrici indifferenti.
© Freawaru
Esplode alla vita il bocciolo
che della beltà declina i colori
linfa nel turgore dell’essenza
sigilla l’incanto dei sensi
scorre il calore del sole
sfiorando dei sepali il cristallo
gravido di profumo il calice
s’espande alla danza del vento
non trovo tracce d’albe nuove
nelle spine appuntite
ma di velluto i petali
adornano la ferita della terra
lenendo il dolore del mondo
ed è in quell’osannare bellezza
che recito la mia preghiera
un sasso e una rosa
sulla tomba dei defunti.
© Freawaru
Poesia segnalata nel sito Scrivere per il tema “Dolce profumo di rosa” 5 – 6 maggio 2014
Si spegne l’argento della luna
soffocata dalla morsa dell’abbraccio
di nuvole dal carico di pece
svanito pure l’incanto delle stelle
e muto di luce piange il cielo
Tremulo il cammino
che mi sfianca l’equilibrio già precario
ho smesso di urlare ciò che nessuno vuol udire
e mi consolo ascoltando la disperazione.
Eppure son sicura
che il mondo non finisce
e dietro la finestra troverò la forza
di alzare il volto a un nuovo sole.
© Freawaru
C’era un tempo in cui
le api erano appagate
del loro operoso bottino
i papaveri erano rossi
per le lascive spire di brezza
dove il cinque generava le rose
e la croce era illuminata di luna
lercio di tradimento il bacio
per trenta laidi denari tutto tace
tranne l’urlo dell’anima nell’avello
non udibile dai pezzi d’umanità sparsi
non si placa il lamento del tormento
ad oggi il buio è pruno senza ombra
e nemmeno la terra trattiene
le lacrime di quel cielo scarno di luce!
© Freawaru
Oserò andare controvento
come il girasole attenderò
l’alba del nuovo sole
in questo giorno orfano
di sciami d’emozioni
smarrita nell’abisso della nostalgia
travestita da fantasma
[l’anima] tomba ormai
del tuo nome sul petto
velenose le spire del livore
han trafitto le viscere dei pensieri
eviscerando i sogni
fiera, imparerò a nuotare
per riemergere dal mare della vita
non più annegata nel pianto
domerò il dolore
cavalcandone le lacrime
© Freawaru
Lascia ch’indossi
la mia verità
chiudo gli occhi al tormento
legandomi i polsi al dolore
si specchia l’anima sgualcita
ferita dai riflessi della luna
che colma quel vuoto d’amore
stille di vento
puliscono la fuliggine
che si pone sul cuore
mentre canto il tuo nome
e tutt’intorno
la luce diventa fragore
© Freawaru
Osservo del cielo il pianto
primo canto del mondo
nel silenzio di voci umane
Odo il suo schianto
temuto da fiori e foglie
per lo schiaffo al suo passare
e s’allarga nel segreto
il dolore della pozza
Vorrei vivere come la brulla zolla
che ricuce la ferita dell’arsura
svegliando l’anima al lampo di speranza
per quel paesaggio che si desta
gioioso a quelle gocce
ma la sofferenza striscia
su vetri inermi lasciando
le sue ferite a vista
si riaprono le rose sul petto
d’una storia incastonata
ai prismi del ricordo
Cerco di pulire
dalla fuliggine della tristezza
l’eco nebbioso dei pensieri
© Freawaru
Un tramonto
fatto di specchi e luna
dilaga al riflesso di silenzi
geme lo sfarzo della mente
per le tinte accartocciate sotto i passi
Persa nel viale della vita
vedo sfilare un corteo di rami
vuoti di linfa e nudi di speranza
rivestiti dalla corteccia della sofferenza
E in solitaria
continuo ad andare
senza nemmeno voler ricordare.
© Freawaru
L’errore mi fa testarda nel peccato
il ricaderci, incerta nel pentimento
il tormento mi diventa rimorso
ostinata ritorno in quella via d’amore
nel respiro del tuo sangue
incendio l’urgenza di te
inghiottendo della solitudine
noia e dannazione.
© Freawaru
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